FERVONO I PREPARATIVI PER LA II° MOSTRA MERCATO DEL COTOGNO E I SUOI DERIVATI

FERVONO I PREPARATIVI PER LA II° MOSTRA MERCATO DEL COTOGNO E I SUOI DERIVATI

Dopo il felice debutto dello scorso anno si stanno ultimando i preparativi della II° edizione della Mostra Mercato del Cotogno e i suoi derivati, mostra che si terrà sabato 16 e domenica 17 novembre quale viatico alla 229° edizione della storica Fiera di Codogno. Confermato il binomio organizzativo composto, per il Comune di Codogno, da Matteo Zambelloni, Consigliere Delegato Fiera, e dalla Condotta Slow Food di Piacenza parimenti alla costituenda locale Comunità Cottoneum che avrà lo scopo di riscoprire, riattivare e promuovere le specialità gastronomiche del Basso Lodigiano.

L’iniziativa nasce dalla volontà di rivitalizzare la piantumazione, coltivazione, utilizzo e lavorazione dei frutti della pianta del cotogno, sia nella versione meliforme o periforme , quest’ultima meno conosciuta ma di medesima qualità.

La città di Codogno reca già nel suo stesso nome e nel suo emblema le sue origini anche se la spiegazione è perlomeno duplice. Una versione vuole che il nome Codogno derivi da un console romano, Aurelio Cotta, vincitore dei Galli Insubri , popolazione di barbari, i quali, in periodo pre-romanico, occupavano il nostro territorio mentre l’altra fa invece risalire il nome al termine greco di Cydonia ossia il melo cotogno, allora frutto tipico del luogo con una coltivazione alquanto diffusa.

Venendo alla Mostra hanno dato la sicura conferma 3 del 5 espositori della scorsa edizione tra cui il quasi concittadino Giorgio Cavalli della Cascina Divizia con la riproposizione della vendita di piantine di cotogno forte dello slogan “se sei di Codogno adotta un cotogno”, unitamente all’azienda agricola Cigno Nero di Rivarolo del Re (Cr) con le gustose confetture di cotogno. Un discorso a parte merita la bresciana “ Bio Tradizioni” di Gottolengo (Bs) che riproporrà la vendita dei “Tortelli del Barbarossa”, pasta ripiena di zucca e mostarda di mele cotogne la cui produzione si rifà ad una antica ricetta, data dicembre 1184 e rinvenuta nel monastero dell’abbazia di Leno, per un sontuoso banchetto offerto a Federico I° detto il Barbarossa, il quale da buon svevo amava i cibi con un gusto dolce di fondo.

Tra le possibili new entry l’ingaggio di 2 interessanti aziende specializzate una nella produzione di sidro, gradevolissimo vino fatto con le cotogne, e, la seconda, nelle raviole di San Giuseppe, invitanti dolci in simil-frolla farcite con mostarda bolognese, composta di mele e pere cotogne e buccia d’arancia.

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